lunedì 22 maggio 2017

L'INEFFICACIA DELLE TECNICHE DI RILASSAMENTO




Molti pazienti che soffrono di disturbi d’ansia e attacchi di panico mi chiedono di insegnare loro delle tecniche di rilassamento efficaci, alle quali ricorrere in caso di emergenza.

In realtà molti di loro già conoscono e hanno provato ad applicare svariati tipi di rilassamento, ma il risultato sembra essere quasi sempre lo stesso. Risultano inefficaci o non applicabili.

Quello che pochi sanno è che le tecniche di rilassamento funzionano quando già siamo rilassati. Può sembrare un paradosso, e anzi per alcuni versi lo è, ma è proprio il nostro corpo a funzionare così. 

Purtroppo le persone credono che sia un errore tutto loro, che loro non siano in grado di applicare bene e con costanza queste tecniche, ma più ci provano e meno ci riescono , aumentando quindi la frustrazione.

Se ci pensiamo bene , per poter chiedere alla nostra mente di entrare in una sorta di fase meditativa, o per chiedere al nostro corpo di abbassare la frequenza di alcuni sintomi e rilassare la muscolatura, abbiamo bisogno di un determinato contesto (rilassante appunto), di silenzio, di pochi o nulli stimoli intorno a noi.

Eseguite nelle condizioni giuste, le tecniche di rilassamento apportano validi benefici durante la giornata.

Ma in caso di ansia o di panico il tentativo di calmare i nostri sintomi è controproducente; occorre quindi ricorrere a strategie contrarie, paradossali appunto.

E’ ciò che sta alla base del lavoro psicologico di stampo strategico. Breve ed efficace.

venerdì 12 maggio 2017

PASSARE ALL’AZIONE, NONOSTANTE TUTTO 

Ovvero la psicologia giapponese 



In psicologia si parla spesso di pensieri, emozioni, stati d’animo; si analizzano, si sviscerano , si elaborano…poche volte però si parla de “l’arte di passare all’azione1 .

Molte persone in effetti lamentano di non avere la voglia, la forza, la motivazione o l’entusiasmo per agire, rimangono quindi bloccate arrivando così ad un aumento della pigrizia, della debolezza, della demotivazione e della noia, in un circolo vizioso che si autoalimenta.

La psicologia occidentale in questi casi si è sempre concentrata molto sul principio che prima di agire si deve  essere pronti per farlo.

Diversamente un filone della psicologia orientale, giapponese in particolare, lavora in senso contrario; il motto più o meno potrebbe essere questo: prima agisci, prima cambierai i tuoi stati d’animo.

Fare questo significa compiere un grande lavoro di accettazione: agire nonostante la noia, la tristezza, il poco entusiasmo, il poco tempo.
Come scrive Gregg Krech, abbiamo molto più controllo sul corpo che sui pensieri. Il segreto sta nel cominciare, rifiutando l’idea che non saremo mai in grado di fare una cosa (o di portarla a termine) solo perché non ne sentiamo la motivazione o la voglia.

Ricordando infine che l’intenzione di agire è cosa diversa dall’azione vera e propria; magari le nostre intenzioni sono molteplici e forse troppo grandi per riuscire a metterle in pratica tutte. Cominciamo con una, d’altronde sempre Krech ci  confessa che

 “non ho nulla in contrario alle buone intenzioni ma prediligerei un piccolo gesto compassionevole a un mare di idee sulla gentilezza”


Dr.ssa Sabrina Trojani
www.studiopsicologiaverona.it



Bibliografia
-       
   “L’arte di passare all’azione. Lezioni di psicologia giapponese per smettere di rimandare” ; Gregg Krech, ed.Giunti Demetra,2016.